Ebbene sì, da qualche giorno a questa parte anche i minorenni di età compresa tra i 5 ed i 7 anni potranno registrare un indirizzo personale SPID. A comunicare questa novità è stata proprio l’AGID che, nel mese di marzo, ha comunicato le linee guida connesse alla procedura sottolineando che l’operazione potrà essere svolta solo per la fascia d’età comunicata e sotto la supervisione di un genitore. Anche in questo caso il fine è lo stesso: generare un’identità digitale per permettere anche ai più piccoli di comunicare con la Pubblica Amministrazione. Ma oltre ai meri scopi formali, l’Agenzia ha un’ulteriore missione che è quella di formattare la mentalità di ogni cittadino in modo responsabile e consapevole verso la tecnologia. Se prima era il Bonus Cultura a farla da pioniere nella registrazione SPID, ora si potrà accedere a tale servizio anche molto prima ed in modo sicuramente più semplice.
Come richiedere lo SPID
Tentiamo di non causare ambiguità: lo SPID per i soli minorenni non è ancora disponibile mentre è invece possibile per i maggiorenni aprire la propria identità digitale e prepararsi ad estendere tale richiesta anche ai figli. È quindi il genitore in primis a dover creare l’identità digitale per poi accreditare e gestire anche quella legata alla prole. Sarà il genitore a dover far muovere i primi passi nel mondo digitale ai propri figli, con tutto quello che riguarda il mondo esterno ed i servizi più moderni offerti dallo stato. La missione statale, con questa mossa, mira a responsabilizzare anche il pubblico più giovane e a fornirgli quella consapevolezza di appartenenza ad un gruppo maggiore chiamato Stato. Allo stesso tempo è missione del servizio anche quella di avvicinare fin dalla giovane età il pubblico alle risorse digitali per cui l’Europa e l’Italia stanno lavorando incessantemente. Un esempio palese di cittadinanza attiva, cosciente e completa.
A cosa serve l’identità digitale
Anche per questo punto l’AGID è stata piuttosto chiara, mettendo il risalto l’effettiva utilità dello SPID per i minorenni, che potrà essere usato soltanto sui servizi online erogati dagli istituti scolastici. Almeno per quanto riguarda questa fase sperimentale del servizio (fino a giugno 2023), l’accesso sarà limitato a servizi che non richiedono la cultura della sicurezza informatica e che non mettono a rischio i dati personali di un pubblico ancora non maturo sotto questo punto di vista. Vediamola come una specie di “safe zone” in cui il pubblico compreso tra 5 e 17 anni potrà apprendere i principi legati a questo utile quanto importante servizio offerto dal nostro Bel Paese. Il servizio che più di ogni altro potrà interessare questa fascia di età sarà dunque l’accesso al Registro Elettronico, dove vengono archiviate le attività dell’utente e dove è possibile avere piena consapevolezza del tracciamento dei risultati scolastici durante il proprio intero percorso.