Internet delle Cose e Cambiamenti Climatici: come funziona?
19 Giugno 2022
Quello del cambiamento climatico, è chiaramente un tema fondamentale in ottica sostenibilità, non solo nel nostro paese ma in tutto il mondo. Non solo per la salvaguardia personale e dell’ambiente ma anche e soprattutto da un punto di vista economico. Questo perché, secondo Il rapporto dell’Alleanza europea per la salute pubblica, è emerso che la somma dei costi sostenuti dai residenti di tutte le città (432 quelle prese in analisi in tutta Europa) a causa dell’inquinamento atmosferico sfiora il tetto dei 166 miliardi di euro l’anno. Ma attenzione alla situazione italiana, perché nella top10 della classifica per le città più inquinate e per il costo pro capite ad esso dovuto troviamo ben 4 nomi: Milano, Padova, Venezia e Brescia. Siamo ancora lontani quindi dai patti stipulati nell’Accordo di Parigi ma anche in questo caso la tecnologia potrebbe dare un grande supporto nel raggiungere quegli obiettivi internazionali di sostenibilità.
Le nuove tecnologie al servizio dell’ambiente
Nonostante non ci sia ancora la certezza che gli obiettivi dell’accordo vengano rispettati e raggiunti, l’innovazione tecnologica può senza dubbio svolgere un ruolo cruciale nell’accelerazione di questo processo. Le nuove tecnologie digitali possono avere un ruolo fondamentale nel migliorare la conoscenza dello stato dell’ambiente, nell’accelerazione delle azioni volte al suo risanamento e nel prevenire ulteriori forme di inquinamento. Ruolo delle nuove tecnologie che viene sottolineato anche dall’ITU che nel 2019 ha pubblicato il rapporto Turning digital technology innovation into climate action, evidenziando il contributo delle TIC (Tecnologie dell’informazione e della comunicazione) nella riduzione di emissioni e rifiuti solidi e nella diffusione di informazioni in grado di favorire pratiche maggiormente sostenibili.
Il ruolo dell’IoT
Da quando hanno fatto il loro esordio sul mercato, le tecnologie basate sull’Internet of Things sono riuscite a conquistare molteplici settori, per la loro utilità e duttilità. In particolar modo si sono rivelate utili anche nel contribuire al monitoraggio dei dati relativi alla crisi climatica. Possiamo prendere come esempio il progetto britannico in fase di sperimentazione, realizzato da Vodafone grazie al sostegno di Defra e Forest Research, per il monitoraggio delle condizioni delle foreste in Gran Bretagna. Diversi sensori che utilizzano l’IoT sono stati installati in diverse zone verdi, per ricavare dati utili a stabilire gli effetti del cambiamento climatico sulla crescita degli alberi. Un esempio che potrebbe fungere da punto di partenza per poter raccogliere informazioni anche in altre zone del mondo, così da poter evidenziare la gravità della situazione nel tentativo di sensibilizzare più persone possibile su questa tematica delicatissima ormai.
Anche l’IA e la Blockchain possono dire la loro
Partendo dalla raccolta dei dati e dalla loro successiva analisi, si può pensare di associare al processo anche diversi sistemi basati sull’Intelligenza Artificiale. Tutto ciò per automatizzare processi e contribuire, in ottica di una diminuzione degli impatti ambientali, ad una razionalizzazione dei consumi. Quello che cerca di fare Google con il suo servizio Environmental insight explorer pensato per calcolare le emissioni di gas dannosi nelle grandi città. I sistemi di IA possono così contribuire alla razionalizzazione e ridistribuzione più efficace delle risorse, basandosi sui dati raccolti ed andando quindi a diminuire l’utilizzo di fonti energetiche non effettivamente necessarie. Anche la Blockchain, per caratteristiche, potrebbe contribuire nel combattere l’inquinamento atmosferico. Ha capito le sue potenzialità anche Kpgm, importante società di contabilità statunitense, che ha infatti annunciato il lancio della piattaforma Climate Accounting Infrastructure (CAI): attraverso la tecnologia blockchain, le organizzazioni potranno registrare in modo trasparente ed accurato i dati sulle proprie emissioni di gas serra.