Visto il numero di minacce in continuo aumento sul Web, gli antivirus sono sempre più un tema caldo in quanto a sicurezza informatica. Questa tipologia specifica di software è divenuta ormai una risorsa immancabile nei dispositivi elettronici di uso quotidiano, sempre più preda di attacchi mirati dall’impatto devastante. Sta proprio agli antivirus infatti evitare che programmi di natura nociva si instaurino nel proprio computer o nello smartphone. Questi software sono appositamente progettati per prevenire diversi tipi di attacco ed in caso rendere inoffensivi tutti quei virus e malware dannosi già presenti nel sistema. Svolge dunque un’analisi precisa su tutti i file presenti in memoria basandosi su una metodologia che in gergo viene riconosciuta come Virus Signature, in italiano il metodo delle firme. Una procedura che nonostante sia alla base del funzionamento di un antivirus, viene spesso ignorata anche da chi fa un uso costante di questi strumenti.
Le firme rendono i virus riconoscibili
Il metodo delle signature, se preferiamo delle firme, è fra quelli più utilizzati dai software di scansione per rilevare la presenza di un software dannoso. Il suo funzionamento è piuttosto semplice: ogni file presente sul PC o che si intende scaricare viene confrontato a livello di codice con un archivio che raccoglie tutti i malware conosciuti. Il programma non mette a confronto l’intero file ma solo la firma, il tratto di codice distintivo che caratterizza un file di natura dannosa. Un segno particolare che fa scattare all’antivirus un campanello d’allarme perché tale codice ha già portato problemi in altre situazioni. Le firme delle minacce finora conosciute vengono stipate in un database, che può essere più o meno completo a seconda del tipo di provider che si utilizza per questo servizio. Ogni volta che un nuovo file nocivo viene scoperto, la casa produttrice aggiunge la nuova firma al suo archivio privato.
Le firme da sole non bastano
Nonostante la firma, una sequenza continua di byte comune a molte minacce, sia un modo ottimale per riconoscere un file potenzialmente nocivo, questa tecnologia da sola non basta. Con le nuove scoperte tecnologiche anche gli hacker hanno messo a punto sistemi che permettono di offuscare il codice dannoso, rendendo difficile la vita agli antivirus. A questo si aggiunge poi il problema legato alle nuove minacce. Non essendo ancora presenti in archivio, esse non vengono riconosciute come pericolose e quindi hanno la libertà di agire come meglio credono. Le aziende produttrici di software antivirus, per migliorare i loro prodotti al fine di rilevare anche programmi maligni non noti all’antivirus, tendono quindi a prendere solamente firme parziali dei malware. In generale, infatti, la signature estratta è rappresentata da un numero variabile di sequenze di byte non consecutivi che rappresentano unicamente il malware. Il database così risulta più snello, con una maggiore velocità di scansione, ed è in grado di riconoscere anche nuove minacce.